– “La giusta distanza”: something about writing

IMG_0536-0   Dal titolo del bel film del 2007 (regia del compianto Carlo Mazzacurati _foto), prendo lo spunto per una riflessione sullo scrivere, sviluppata nel corso di una presentazione di ‘Zero’ (http://www.mdseditore.it/catalogo/zero.php) con Francesco Mencacci, docente alla Scuola di scrittura creativa ‘Carver’ (Livorno) di cui sono allievo.

Molti dicono che le emozioni aiutino, appunto, a scrivere.

Non sono d’accordo. Per niente, e illustro di seguito il perché.

A mio avviso, le emozioni danno impulsi, e aiutano (talvolta) nel putting something on the paper e vincere la ‘sindrome da pagina bianca’ descritta al solito magistralmente da Valerio Magrelli in questa poesia, dalla sua raccolta “Ora serrata retinae

Spesso c’è bonaccia sulla pagina.

Inutile girarla per cercare 

l’angolo del vento.

Si sta fermi,

il pensiero oscilla,

si riparano le cose 

che la navigazione ha guastato.

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Quindi, le emozioni possono aiutare ad iniziare a scrivere qualcosa -in un certo senso, e neanche sempre- ma NON aiutano a scrivere BENE.
Per scrivere al meglio occorre lasciar decantare le emozioni, far sì che di esse resti il sapore, l’odore, o -forse meglio- solo il rumore.

In termini di consistenza, bisogna dare alle emozioni (gassose per natura) il tempo/spazio di consolidarsi in idee.

A quel punto, e solo a quel punto, possiamo LAVORARE SULLE IDEE, che sono qualcosa di concreto, osservabile, modificabile.

E qua torniamo alla necessita’ della distanza, e lo facciamo con criteri ottico-geometrici.

Allontanandosi dal materiale su cui si deve lavorare, lo sguardo può esplorare più angoli e cercare nuovi punti luce. Lo scrittore in questo modo ottiene più respiro, più opzioni; ha più armi.

Credo, in buona sostanza, che pur non dovendo rappresentare ‘un incubo’ (cit. Franco Battiato in “E ti vengo a cercare“), le passioni possano essere un false friend per gli autori, soprattutto nella fase iniziale del loro percorso di scrittura, dove (troppo) spesso la componente autobiografica occupa un volume rilevante.

Come ricordato nella cover del DVD del film, Fabrizio Bentivoglio, interpretando un caporedattore, non smette mai di ripetere al giovane, appassionato cronista di mantenere “la giusta distanza” dalla notizia. Nel film, Battiston vale come sempre da solo il prezzo del biglietto.

2 commenti

  1. Io non posso decantare i sentimenti o le emozioni che mi spingono a scrivere, e’ qualcosa che deve uscire a tutti i costi, e’ più forte di me e a me sembra di centrare l’obiettivo, perché se ci penso troppo, perdono di spontaneità!! Per cui io sono per….’buona la prima’…

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    • Grazie Rosalba.
      Alla prima occasione dal vivo ne parliamo…eppure sono quasi sicuro che se tu riprendessi in mano le cose da te scritte giorni prima, magari le modificheresti…posso sbagliarmi, ovvio, ma per ‘curiosity’, un tentativo, se ti va, fallo.
      Un abbraccio. M.

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